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Se hai sentito parlare di "TTFB" (Time To First Byte) ma non hai capito di cosa si tratta... in questa guida scopirai tutto a riguardo!
Non sai da dove iniziare? Queste sono le sezioni della pagina:
Il Time To First Byte è l'unità di misura utilizzata come indicatore della capacità di risposta di un server web o di una qualsiasi altra risorsa sulla rete. Il TTFB misura il tempo impiegato da un utente che effettua una ricerca o esegue una richiesta HTTP, nel ricevere il primo Byte dal browser del client.
In generale, anche se varia in base a numerosi parametri, i migliori hosting provider garantiscono dei valori di TTFB più bassi (e quindi siti più performanti).
Questa velocità è determinata dal tempo di connessione del socket, da quello impiegato per inviare la richiesta HTTP e dal tempo richiesto per ottenere il primo Byte della pagina.
Spesso il TTFB viene considerato come un calcolo post DNS, ma il calcolo originale del TTFB in rete include sempre la latenza di rete nella misurazione del tempo necessario affinché la risorsa inizi a caricarsi.
Una misurazione più piccola del TTFB, che indica quindi una risposta più rapida, viene considerata come feedback positivo di un'applicazione di un server ben configurato.
Tempi più ridotti al primo Byte per esempio, indicano una quantità di calcoli dinamici inferiore eseguito dal server web, anche se spesso ciò è dovuto anche alla memorizzazione nella cash a livello DNS, applicazione o server.
I tempi alti o bassi del TTFB indicano anche altri aspetti della risorsa richiesta: un TTFB molto basso viene osservato in quelle pagine web servite in modo statico, mentre esperienze di TTFB più alto si hanno con richieste di dati dinamiche più grandi, che vengono estratte da un database.
Il TTFB è molto importante per le pagine web poiché sottolinea quelle con il caricamento più lento a causa di problemi dovuti al lato server e in questo caso, potrebbero essere velocizzate con degli script sul lato client. Spesso si tratta d'includere semplici script e calcoli come regolazioni su immagini di transizione che non siano in formato GIF e che vengono mostrate usando Javascript per modificare per esempio il loro livello di opacità.
Questo spesso serve a velocizzare un sito web, anche tramite il download multiplo di immagini più piccole tramite dei socket, invece che di una singola più grande.
Tuttavia questa tecnica richiede più risorse per il computer del client e su macchine più vecchie può ulteriormente rallentare il caricamento della pagina in fase di rendering.
Il TTFB è così importante che alcune pagine web danno precedenza al caricamento multiplo nel tentativo di far sembrare che i propri contenuti carichino in modo più rapido. Questo può aiutare con quelle pagine che contengono molte immagini e grandi quantità di dati. Tuttavia ci sono diverse ragioni per le quali il TTFB può risultare alto, ecco alcune di queste, nonché le più comuni:
Il TTFB è spesso utilizzato dai motori di ricerca come Google e Yahoo! per migliorare l'indicizzazione di ricerca, poiché i siti che rispondono in tempi più brevi sono consultabili in maniera più rapida e quindi vengono mostrati prima all'untente, rispetto ad altri siti con tempi di risposta più alti.
Questo metodo di selezioni tuttavia può avere degli aspetti negativi visto che un server web potrebbe inviare solo una prima parte della sua landing, ancora prima che il resto del contenuto sia pronto per essere inviato, riducendo comunque il proprio TTFB. Questa operazione può sembrare ingannevole, ma è comunque segno indicativo della presenza di un server pronto e attivo per rispondere in tempi brevi per l'invio dei contenuti.
Questa sorta d'inganno può essere utile sotto diversi aspetti, uno di questi è la creazione di una connessione stabile e quindi un numero inferiore di tentativi da parte del browser o dello stesso utente, poiché questa è già stata stabilita e sta già preparando i contenuti al download.
Per ottimizzare i TTFB si possono eseguire due semplici passaggi:
Il tempo di caricamento, diverso dal TTFB, è il tempo necessario al caricamento e l'utilizzo di una pagina web tramite un browser. Spesso il caricamento di una pagina web viene fatto in formato Gzip per ridurre le dimensioni del download.
Questo metodo però impedisce l'invio del primo Byte fino a che l'operazione di compressione sia completa e ciò aumenta significativamente il TTFB, che in questi casi può andare dai 100-200 ms (millisecondi) fino a 1000-2000 ms.
In compenso però la pagina si caricherà molto più velocemente nel suo complesso e sarà pronta per l'utente in tempi più rapidi. Molti siti sperimentano un aumento di 10 volte il TTFB, ma dei tempi di risposta del browser nettamente inferiori con un calo fino al 20% in termini di tempi di caricamento.
L'uso della compressione Gzip non è tuttavia solo rose e fiori poiché aumenta il carico della CPU lato server nella fase di compressione. I tempi di elaborazione dei dati possono essere molto più lunghi e considerato che il primo Byte non viene inviato fino al termine dell'operazione di compressione, è possibile che la pagina web risulti come bloccata o in attesa di risposta.
I tempi troppo lunghi per scaricare il primo Byte a volte possono comportare lo scadere della richiesta e quindi una nuova riemissione di essa da parte dell'utente sul server web, con ulteriori carichi sulla CPU lato server causati dal numero di richieste sequenziali.
Autore: Danilo Petrozzi
Ho iniziato a programmare più di 10 anni fa e, dal 2011, mi occupo quasi esclusivamente di online marketing, creazione siti web e SEO. Tra siti personali, aziendali e di terzi, ho messo mano a più di 1500 progetti online.
Per questi motivi ho maturato una notevole esperienza in ambito di domini, hosting e server.
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